Fatture elettroniche verso la Pubblica Amministrazione

1. Informazioni generali
A partire dal 6 giugno 2014 le fatture dirette alla Pubblica Amministrazione (d'ora in poi, PA) non possono più essere inviate in forma cartacea, ma deve essere obbligatoriamente utilizzata una fattura elettronica, cioè un file prodotto da appositi software, e inviato sempre ed esclusivamente per via telematica.
Ogni fattura elettronica deve essere firmata digitalmente, e inviata via PEC (ci sono anche altri sistemi di trasmissione, ma adatti per un numero elevato di fatture). La decorrenza del nuovo sistema è stato diviso in due diversi momenti:

Ad ogni PA è stato assegnato un codice univoco, composto da 6 caratteri alfanumerici, e che deve obbligatoriamente essere indicato nelle fatture elettroniche: di fatto, è il codice che permette la corretta ricezione della fattura dalla PA destinataria. Questo codice dovrebbe essere stato indicato dalla PA ai loro fornitori con una comunicazione inviata 30 giorni prima dell'inizio del nuovo regime di fatturazione; e dovrà essere indicato nei futuri ordini. In ogni caso, è possibile verificare sul sito www.indicepa.gov.it i dati della singola PA; più precisamente è possibile, con la ricerca avanzata, inserire il codice fiscale dell'Ufficio destinatario, e trovare, tra gli altri dati, il codice univoco e la decorrenza dell'obbligo di fatturazione elettronica. La fattura elettronica, prodotta da un programma, deve essere firmata digitalmente. A tal fine, va usata una smartcard o una chiavetta USB abilitata al servizio CNS (Carta Nazionale dei Servizi): tipicamente, quella emessa dalle CCIAA, ma è possibile utilizzare anche quelle emesse da altri certificatori abilitati. E' necessario utilizzare anche un programma di firma, generalmente distribuito assieme al dispositivo.
Una volta firmata, la fattura va inviata al SDI (Sistema di Interscambio). Questo è un gestore a livello nazionale: tutte le fatture, inviate a qualsiasi PA, vanno spedite alla stessa casella. Il SDI provvede alle verifiche sulla fattura inviata: che sia preparata correttamente e che contenga il corretto codice univoco. Se tutto è a posto, viene recapitato, alla casella PEC del contribuente, un messaggio che conferma la corretta spedizione della fattura, e il suo inoltro alla PA destinataria. Se invece ci sono problemi, viene recapitato un messaggio di scarto, con le motivazioni dell'anomalia riscontrata. La mail di risposta contiene sia un testo leggibile, sia un file telematico; quest'ultimo può essere ignorato se la gestione dell'invio viene effettuata manualmente dal contribuente. In caso di trasmissione senza errori, la PA destinataria ha 15 giorni per segnalare l'esito della verifica "commerciale" della fattura, cioè in pratica per rifiutarla segnalando la relativa motivazione; se la PA non segnala niente nei 15 giorni, la fattura si intende definitivamente accettata e pagabile nei termini contrattuali (30 giorni dalla consegna della fattura, estendibili a 60 solo in caso di esplicito accordo contrattuale).
E' importante tener presente che la fattura elettronica così formata è essa stessa l'originale: non è prevista una copia cartacea, se non per utilizzi amministrativi interni. Questo implica che deve essere conservata in formato elettronico. Attualmente le norme richiedono che le fatture elettroniche siano salvate ("conservate" è il termine fiscale corretto) su supporto ottico (CD o DVD) entro 3 mesi dalla presentazione della dichiarazione dei redditi relativa.Ci sono voci ricorrenti di una diversa regolamentazione; sicuramente però queste fatture dovranno essere conservate in questo formato, e non in cartaceo; per evitare quindi problemi, è necessario che tutte le fatture elettroniche siano prodotte in un sezionale a parte, diverso da quelle delle fatture "cartacee". E' anche fondamentale aver presente che secondo le attuali normative, la fattura si intende emessa "all'atto della sua consegna, spedizione, trasmissione o messa a disposizione del cessionario o committente" (art. 21 comma 1 del DPR633/1972). Con la fatturazione elettronica, a differenza della fattura cartacea, la data di spedizione è certificata: pertanto è indispensabile che la fattura sia predisposta e spedita nella stessa giornata. Anche per queste ragioni è consigliato che le fatture siano emesse in un sezionale a parte, a loro dedicato.
Se il contribuente ha l'abilitazione ai servizi telematici dell'Agenzia delle Entrate (Fiscotel), sarà possibile monitorare dal sito www.fatturapa.gov.it le operazioni relative all'invio e ai riscontri sulle fatture trasmesse.
In caso di incapacità del contribuente, o anche mancato interesse vista la possibile eccezionalità della situazione, a predisporre e inviare la fattura elettronica (mancanza di un programma adatto, mancanza del dispositivo di firma, mancanza di una casella di posta PEC, invio di pochissime fatture PA in un anno) è possibile richiedere l'effettuazione di tali servizi ad un terzo, definito "intermediario", che ovviamente presterà tali servizi a pagamento.
Sul sito www.fatturapa.gov.it sono disponibili ulteriori informazioni sulla gestione della fattura elettronica verso la PA.

2. Prerequisiti
Per inviare una fattura destinata alla PA, è necessario:

  • avere un dispositivo di firma elettronica (su smartcard o chiavetta USB);
  • aver installato un programma di firma (ad esempio Dike, o FirmaCerta, o FileProtector, o ArubaSign);
  • una casella di posta elettronica certificata (PEC), ed essere a conoscenza dei relativi parametri di utilizzo (username, password, nome del server, ecc.)
    E' consigliabile fare una prova di firma, digitando il PIN, utilizzando un qualsiasi file, visto che questa operazione dovrà necessariamente essere effettuata manualmente.
    Se qualche fattura da inviare alla PA deve avere il bollo (fatture senza addebito dell'IVA), con la normativa prevista dal DM 17 giugno 2014, basta provvedere al pagamento cumulativo dei bolli utilizzati in un anno solare entro 120 giorni dell'anno successivo, quindi entro il 30 aprile (29 aprile per gli anni bisestili), con il modello F24.
    E' possibile controllare la presenza e l'eventuale addebito del bollo con le seguenti opzioni:
  • il programma indica la presenza del bollo in tutti i casi in cui le operazioni senza addebito di IVA non siano inferiori al minimo (attualmente 77,47 euro); non vengono sommate però le operazioni il cui codice IVA ha attiva l'opzione "escl. bollo in fatture" presente nell'archivio Aliquote e Codici IVA (funzione 103);
  • è possibile escludere la presenza del bollo su un singolo documento, immettendo in una qualsiasi riga una descrizione (codice DE) con il testo #NOBOLLO ;
  • se il bollo è presente, è possibile decidere se addebitarlo al cliente con l'opzione "addebito bollo su fatture senza IVA", che si trova nella videata "Dettaglio bolli e cassa previdenziale", raggiungibile dalla scheda "Opzioni fatture" dell'Anagrafica azienda (funzione 101);
  • è possibile escludere l'addebito dell'eventuale bollo presente su un singolo documento, immettendo in una qualsiasi riga una descrizione (codice DE) con il testo #NOBOLLOADDEB .

    3. Configurazione di Pixia
    E' possibile utilizzare Pixia per la sola preparazione della fattura elettronica, per poi firmare digitalmente il file e spedirlo via PEC manualmente; è naturalmente consigliato automatizzare tale operazioni.
    Per configurare i dati aziendali: oltre alla normale anagrafica, con indirizzo, codice fiscale e partita IVA, è necessario integrare alcuni dati, che sono richiesti per la predisposizione della fattura elettronica, nella videata della funzione 101 (Anagrafica azienda): nella scheda "altri dati anagrafici" il regime fiscale (a parte i regimi speciali, le scelte sono generalmente "Ordinario", "Contribuenti minimi" per gli ex minimi, "Regime forfettario" per i nuovi minimi; la scelta "IVA per cassa P.A." non è al momento utilizzabile, in quanto è in vigore il regime di split payment; quella "IVA per cassa DL 83/2010" può essere utilizzata nel caso di fatture elettroniche emesse in regime di IVA "non split" - Autorità portuali, Ordini professionali, ecc. - dalle aziende con fatturato inferiore ai 2 milioni di euro che hanno scelto l'opzione per la liquidazione IVA per cassa); la provincia della CCIAA, il numero di iscrizione al REA, il capitale sociale versato e l'eventuale presenza di un socio unico (per le società di capitale), l'eventuale stato di liquidazione; nella scheda "Opzioni IVA" il sezionale relativo alle fatture elettroniche destinate alla PA. E' consigliabile, anche se non obbligatorio, indicare numero di telefono, fax e indirizzo di posta elettronica nella scheda "Contatti". Se non sono già utilizzati più sezionali, è necessario attivare, nella scheda "Vendite", l'opzione "sezionali per le vendite". E' consigliato anche verificare, nella stessa scheda "Vendite", l'attivazione delle opzioni "descrizioni multiriga" e "descrizioni articoli lunga".
    Se si emettono anche fatture non elettroniche è necessario immettere, nella funzione 601 "Dati riepilogativi", il prefisso o suffisso relativo alla numerazione delle fatture elettroniche.
    E' anche necessario che, nella funzione 621, "Archivio banche incasso", siano presenti la descrizione e l'IBAN delle banche indicate in fattura per l'incasso. Se non viene indicata esplicitamente alcuna banca, vengono utilizzati i dati della banca 1, che quindi deve essere presente.
    Se l'azienda non è ancora predisposta per la fatturazione, è necessario preparare la personalizzazione di stampa. E' possibile crearla manualmente, seguendo le istruzioni riportate qui, ma la soluzione più semplice è quella di copiare una personalizzazione già esistente. A tal fine, attivare la funzione 902 "Personalizzazione stampati", selezionare la personalizzazione 2, di tipo grafico, premere il bottone "Personalizzazioni", scegliere come Tipo documento "Fattura immediata"; indicare nella nuova videata il numero dell'azienda da cui si vuole copiare, e scegliere dalla lista "gruppo" il nome del documento da ricopiare, e poi premere il bottone "Copia". Se si sceglie un'altra azienda "normale", è poi necessario andare nel gruppo "Fincatura" e modificare manualmente i dati dell'intestazione (ragione sociale, indirizzo, ...); se invece si è scelta una azienda di prova, il programma provvede a personalizzare il documento sulla base dei dati presenti nell'anagrafica aziendale (funzione 101).
    Se si compilano esclusivamente fatture elettroniche, è possibile predisporre il programma affinchè proponga il sezionale corretto (anzichè l'1); a questo fine, nella funzione 601 "Dati riepilogativi", dopo aver scelto il sezionale, scegliere la voce "Altre opzioni" dal menu "Opzioni", e attivare l'opzione "predefinito per fatture immediate".
    Il programma, in caso di stampa di una fattura elettronica, provvede, indipendentemente dalle opzioni predefinite, alla stampa di una fattura cartacea, disattivando l'eventuale produzione di un file in formato pdf. E' possibile modificare manualmente questo comportamento, attivando nella scheda "Opzioni fatture" della funzione 101 "Anagrafica azienda" l'opzione "numero copie manuale"; in tal caso, nella videata di riepilogo della fattura, saranno disponibili la casella con il numero di copie richiesto, e la casella per la produzione del file pdf. Tutte le copie, sia su carta che in pdf, contengono una sovraimpressione con il testo "originale in formato elettronico - copia per usi interni amministrativi", in quanto per le fatture elettroniche l'unico originale valido è il file firmato e inviato al cliente.
    Per i professionisti, se necessario, configurare la gestione della ritenuta di acconto (dettagli qui) e della cassa previdenziale (qui).
    Per configurare il programma di posta: se viene segnalato che non risulta installato o configurato il programma di posta, è necessario prima provvedere alla sua installazione, accedendo dalla videata iniziale di Pixia al menu "?", e quindi alla voce "Aggiornamenti"; quindi accedere al menu "Utilità", e se è attiva la voce "Installazione supporto Email" sceglierla, per provvedere all'installazione, che deve essere eseguita in ogni pc che è destinato a inviare le email, e riavviare Pixia. Scegliere la voce "Configurazione mail" dal menu "File" della videata iniziale. Se è la prima configurazione, viene proposta una "casella principale" con tutti i campi vuoti; in tal caso, rinominare la casella con qualcosa di più significativo (tipo "casella PEC"), e immettere i dati necessari. Se invece sono già configurate altre caselle (le caselle sono visibili da tutti gli altri pc connessi alla rete, se esistente) premere il bottone "Crea nuova configurazione", ed immettere un nome significativo. E' quindi necessario indicare tutti i dati necessari per l'invio delle mail, nella parte di destra della videata: il server della posta in uscita, lo UserID, la password, il nome del mittente, l'indirizzo completo; è molto probabile che debba essere attivata l'opzione "connessione SSL", che il numero di porta sia 465, che la modalità di autenticazione sia lasciata vuota (ma queste importazioni sono sempre da verificare sulla documentazione del gestore della casella di posta); attivare anche l'opzione "casella PEC" in alto a destra. Provare poi la funzionalità della casella: premere il bottone "Prova invio mail", indicare una propria casella di posta ove ricevere un messaggio di test (la casella normalmente usata), e vedere se il programma effettua un invio corretto, oppure se viene segnalata una anomalia. In quest'ultimo caso, correggere i dati immessi, e riprovare, fino ad un invio con successo. Se devono essere inviate fatture di diversi contribuenti è necessario naturalmente configurare e testare più caselle PEC, ognuna intestata alla singola azienda. Dopo aver configurato la casella PEC, attivare la funzione 612 ("Invio fattura elettronica PA"); dopo aver confermato eventuali messaggi di errore, scegliere dal menu "Configurazioni" la voce "Configurazione PEC"; immettere la casella PEC da utilizzare, fra quelle configurate in precedenza, l'indirizzo dello SDI (il Sistema di Interscambio). Per il primo invio, la mail va inviata all'indirizzo sdi01@pec.fatturapa.it. Nella prima risposta dal Servizio di Interscambio, verrà segnalata la mail a cui inviare tutte le successive fatture. Fare attenzione al fatto che, se inviate le mail per più contribuenti, potete avere diversi indirizzi di destinazione. Immettere anche, se desiderato, un indirizzo dove far arrivare una copia della mail inviata al SDI (generalmente l'indirizzo generico della azienda).
    Per configurare il programma di firma (operazione necessaria una sola volta in ogni pc): dopo aver scelto una azienda, attivare la funzione 612 ("Invio fattura elettronica PA"); dopo aver confermato eventuali messaggi di errore, scegliere dal menu "Configurazioni" la voce "Configurazione programma firma". Indicare il programma, già installato sul pc, che si vuole utilizzare (se non è uno fra Dike, FirmaCerta, FileProtector e ArubaSign, scegliere "altro programma"); se possibile, viene cercato automaticamente il programma scelto, e visualizzato il relativo percorso; altrimenti, è necessario immetterlo manualmente, utilizzando se necessario anche il bottone "Sfoglia". Sono reperibili due versioni di Dike: la 6, e la precedente versione 5. Solo Dike 5 e FirmaCerta supportano l'automazione delle loro attività da parte di programmi esterni come Pixia; pertanto solo questi due programmi sono in grado di firmare automaticamente il file della fattura elettronica, mentre per gli altri programmi deve essere indicato manualmente il nome del file da firmare. Per evitare i possibili errori dell'elaborazione manuale, è consigliata l'installazione di uno dei due programmi gratuiti indicati. Inoltre, solo FirmaCerta è in grado di supportare l'immissione automatica del PIN, immettendolo nell'apposito campo della videata, il che permette ad esempio l'apposizione della firma a personale che non conosce il PIN, e che quindi può firmare solamente i file prodotti da Pixia. Confermare la configurazione.
    Per configurare la classificazione dei codici IVA: nella fattura elettronica sono previste esclusivamente 6 tipologie di non addebito dell'IVA:

  • operazioni escluse art.15
  • operazioni non soggette
  • operazioni non imponibili
  • operazioni esenti
  • regime del margine
  • reverse charge
    Quindi tutte le diverse causali vanno collegate a una di queste 6 classi (o a una delle altre necessarie al corretto funzionamento del programma: 38quater, indetraibilità). Il programma ha già cercato, sulla base dei dati presenti nell'archivio, di assegnare correttamente la tipologia corretta: ma è importante andare a verificare, e se necessario variare, la tipologia collegata con ogni codice presente nella funzione 103, "Archivio aliquote e codici IVA".
    Dal 1 gennaio 2015 le fatture verso la PA, e non soggette a ritenuta d'acconto (fatture emesse da professionisti), sono soggette al regime di split payment; è pertanto necessario creare i codici IVA relativi a tali tipologie (ulteriori approfondimenti sullo split payment sono disponibili qui).
    Un piccolo numero di Enti destinatari della fattura elettronica (Autorità portuali, Ordini professionali, Archivi notarili, ...) non sono considerati Pubbliche Amministrazioni, quindi non sono soggetti alla normativa dello split payment, e pertanto nelle fatture si dovrà utilizzare il codice relativa all'IVA normale.
    Per configurare l'intermediario: se la fattura elettronica viene preparata da un intermediario, è necessario indicare i dati relativi utilizzando l'apposita scelta presente nel menu "File" della videata iniziale. E' poi necessario attivare la corrispondente opzione nella funzione 612, "Invio fattura elettronica". Se è presente l'apposita variabile (A18) nella personalizzazione della stampa, verrà indicato sul documento nome e codice fiscale dell'intermediario; e nel testo del bottone di Invio mail viene indicata la casella PEC dell'intermediario.

    4. Preparazione della fattura
    Gli utenti di Pixia prepareranno la fattura elettronica come tutte le altre, tenendo conto del sezionale predefinito per questi documenti. E' però necessario, prima di predisporre la fattura, indicare il codice univoco nell'apposito campo dell'Anagrafica clienti (funzione 106). Ricordarsi che la fattura deve avere la stessa data della successiva spedizione via mail. Se necessario, indicare i dati dell'ordine, o commessa, e quelli relativi a CIG e CUP, utilizzando l'apposito bottone ("Dati ordine") della videata relativa alla testata della fattura. E' necessario anche indicare una condizione di pagamento che preveda una data di scadenza: non può quindi essere utilizzata una condizione relativa a "nessun documento".
    Al termine, è anche possibile stampare la fattura come se fosse una normale fattura cartacea: però è necessario ricordarsi che in questo caso l'originale è il documento informatico, e la copia cartacea può essere utilizzata esclusivamente per usi interni amministrativi.
    Se, come consigliato, sono state attivate le opzioni per le descrizioni lunghe, è possibile immettere nel corpo documento descrizioni dei beni e dei servizi venduti, e descrizioni, più lunghe di 50 caratteri, che saranno automaticamente suddivise in più righe (sia nella fattura elettronica che nella copia cartacea o in pdf).
    Qualche piccola nota sulla preparazione della fattura (informazioni più complete sono disponibili nei tutorial disponibili sul sito di assistenza):

  • se si utilizzano spesso le stesse descrizioni, è conveniente creare un articolo di magazzino (funzione 501); descrizioni corte, fino a 60 caratteri, possono essere immesse direttamente nella descrizione nella prima videata, ma è possibile anche avere descrizioni più lunghe nel campo apposito, nella scheda "Altri dati"; è consigliato anche immettere l'aliquota IVA e il prezzo di vendita, se stabili nel tempo;
  • se invece si devono utilizzare descrizioni diverse, è necessario immettere come codice articolo il carattere punto ("."), e quindi la descrizione (o la descrizione estesa) necessaria;
  • se si devono immettere righe di descrizione, cioè righe alle quali non corrisponde un prezzo di vendita, utilizzare "DE" come codice articolo, e poi immettere la descrizione (o la descrizione estesa);
  • se le righe di descrizione sono frequenti e uguali fra loro, è possibile codificarle nell'archivio di magazzino, utilizzando un codice che inizia con $, e utilizzando la descrizione (o la descrizione estesa); in fattura, le righe con questo codice vengono tramutate automaticamente in righe "DE" di descrizione;
  • per modificare o eliminare una riga, fare doppio click sulla riga stessa, immettere le eventuali modifiche, e poi scegliere il bottone corretto; se si decide di non modificare o eliminare una linea visualizzata, basta cancellare il codice articolo;
  • per aggiungere nuove righe: se in fondo al documento, basta immetterle; se invece si vogliono aggiungere all'inizio o in mezzo a righe già presenti, posizionarsi sulla riga che rimarrà sotto a quella da inserire, e premere il bottone "Inserisci riga"; verrà creata una riga vuota al punto desiderato, e quindi si possono immettere le relative informazioni, e poi premere "Modifica riga";
  • se è necessario indicare uno o più DdT (bolle di trasporto) in fattura, bisogna immettere tante righe quanti sono i DdT, utilizzando come codice articolo DE, e come descrizione DdT n. NNNNN del GG/MM/AAAA, dove NNNNN è il numero del DdT e GG/MM/AAAA la data;
  • se l'ente di destinazione richiede che sia presente un testo predeterminato nel campo "Causale" (che normalmente non è utilizzato nelle fatture commerciali) è necessario immettere una riga di descrizione (codice "DE"), con il testo che inizia con "#CAU="; tutto ciò che viene immesso dopo l'uguale viene riportato in fattura elettronica nel campo "Causale"; può essere usata sia una descrizione corta che una estesa; visto che il campo nella fattura elettronica è di 100 caratteri, se viene usato un testo più lungo, verranno usate più righe di Causale;
  • se si emette una nota di variazione, dovrebbe essere indicato il numero e la data della fattura che si rettifica; tali dati vanno inseriti negli appositi campi nella videata iniziale; è anche possibile ricercare i documenti emessi nei confronti dello stesso cliente, premendo il tasto F3 sul campo "Rifer. variazione". Nelle note di credito, è necessario immettere la quantità con segno negativo.
    In casi eccezionali potrebbe essere necessario modificare la data della fattura, oppure il cliente destinatario. E' naturalmente sempre possibile eliminare il documento e reimmetterlo correttamente; ma se il documento è lungo o complesso, queste modifiche possono essere effettuate tramite l'apposita funzione 1022 "Ricalcolo fatture/DdT", indicando "fattura immediata" come tipo documento, immettendo il numero del sezionale che contiene le fatture elettroniche, indicando il numero della fattura da modificare sia nel campo "dal numero" che nel campo "al numero", e attivando le scelte necessarie, indicando il nuovo valore. E' necessario fare estrema attenzione nell'immettere questi nuovi dati, in quanto il programma non fa alcun controllo di coerenza.
    Dal 1 gennaio 2015 le fatture emesse nei confronti della PA sono normalmente soggette al regime di "scissione dei pagamenti" (split payment). E' pertanto necessario utilizzare un codice IVA corretto; altrimenti il programma visualizzerà un avviso.

    5. Invio della fattura
    Una volta preparata la fattura è necessario provvedere alla creazione del file telematico, alla sua firma digitale, che garantisce la provenienza del documento e indica anche la data e ora della firma, e alla sua trasmissione. E' fondamentale assicurarsi che la data e l'ora del pc siano corrette: anche pochi secondi di differenza possono provocare lo scarto della fattura da parte del sistema di ricezione. Questo accade perchè la firma riporta l'ora del pc, mentre la mail viene inviata con l'ora del server; e se l'ora del pc è avanti rispetto all'ora esatta, la firma può risultare posteriore all'ora di invio, e quindi scartata. Se non si può essere certi dell'ora, è buona pratica quella di attendere almeno una trentina di secondi, o più, fra il momento della firma e l'invio della mail.
    Per questi adempimenti, attivare la funzione 612 (Invio fattura elettronica PA). In caso di segnalazione di errori, ricontrollare la configurazione di Pixia (a meno che si decida di non utilizzare la funzionalità non disponibile).
    Come primo passaggio, preparare la fattura elettronica, indicando il numero della fattura e il sezionale. Vengono visualizzate data e ragione sociale; premere quindi il bottone "Preparazione fattura". In caso di anomalie, o di dati mancanti, vengono emessi appositi messaggi. In caso di successo, il nome completo della fattura elettronica prodotta viene visualizzato nel campo "fattura da firmare". Il nome segue regole obbligatorie: è composto dalla sigla "IT", dal codice fiscale, e da un codice univoco di 5 caratteri alfanumerici. E' del tutto normale che questo codice univoco non abbia alcuna relazione con il numero della fattura. Il suffisso del file è .XML, che è appunto la sigla del tipo di formato con cui è realizzata la fattura elettronica. E' disponibile anche un bottone "Visualizza", che permette di controllare il contenuto del file preparato, secondo un modello predisposto dall'Agenzia per l'Italia Digitale.
    Se è stata configurata la funzionalità di firma, è allora possibile firmare il documento. Dopo aver verificato che il dispositivo di firma (smartcard o chiavetta USB) sia collegato, premere il bottone "Firma"; verrà lanciato il programma configurato. Se questo programma è Dike 5, verrà chiesto direttamente il PIN relativo alla firma, e il file salvato nella cartella predefinita; se è FirmaCerta non viene chiesto il PIN, se è già stato immesso nella configurazione, e in ogni caso il file verrò salvato nella cartella predefinita; negli altri casi è compito dell'utente indicare il file da firmare, la cartella dove salvare il file firmato, e chiudere il programma di firma dopo averlo utilizzato. Le cartelle predefinite per i file da firmare e firmati sono:
    [CartellaArchiviPixia]\fattPA\[anno]\[NomeAzienda]\da firmare
    [CartellaArchiviPixia]\fattPA\[anno]\[NomeAzienda]\firmate
    dove [CartellaArchiviPixia] è la cartella che contiene gli archivi di Pixia (solitamente c:\Pixia sui pc non collegati in rete, e \\nomeserver\pixia per i pc in rete); [anno] è l'anno delle fatture; [NomeAzienda] è un codice con i primi caratteri del nome dell'azienda, e in alcune installazioni potrebbe anche non essere utilizzato. Se la firma va a buon fine, il nome completo del file firmato viene visualizzato nel campo "fattura da inviare". Il nome è composto dal nome del file che è stato firmato, seguito dal suffisso ".P7M", che appunto identifica un file firmato. Se la firma è andata a buon fine, ed è stata configurata la funzionalità di posta, è possibile inviare la fattura elettronica al SDI. All'interno del bottone "Invio" è indicata la casella di posta del SDI (che deve essere obbligatoriamente sdi01@pec.fatturapa.it per il primo invio, e deve essere quella comunicata dal SDI nella prima risposta per gli invii successivi), e i dati della casella di posta PEC del mittente. Se la configurazione è corretta (e il collegamento internet funzionante) basta premere sul bottone "Invio" per spedire la mail. Se è stata configurata anche la mail per la spedizione della copia, viene inviata una mail anche a questo indirizzo. Andando a leggere la casella di posta PEC (con le consuete modalità: il programma di posta, oppure direttamente con le funzionalità di webmail del vostro provider) si troveranno quasi immediatamente i due messaggi di accettazione e di consegna alla casella di SDI, e gli altri due analoghi messaggi se è stata inviata anche una copia; dopo qualche tempo (al momento non definibile, visto che dipende dal carico di lavoro del SDI), si otterrà una ricevuta di spedizione in caso di trasmissione corretta, e un messaggio di scarto nel caso sia stato rilevato un errore. In quest'ultimo caso è necessario identificare la causa dell'anomalia, correggere il file o la firma, e rispedire la fattura elettronica. E' poi necessario continuare nei giorni successivi a controllare il contenuto della casella PEC, per verificare che la PA non abbia emesso, entro 15 giorni dalla ricezione della fattura, una notifica di esito negativo, motivata, causata dal contenuto (e non dalla forma!) della fattura (per esempio mancanza dei codici CIG o CUP, invio a ufficio non competente, fatturazione errata o con importi non contrattuali, ecc.)

    6. Controlli dopo l'invio della fattura
    Tutte le comunicazioni relative all'invio e accettazione della fattura elettronica pervengono via PEC. E' pertanto fondamentale controllare la casella di posta elettronica certificata per poter verificare i messaggi di risposta da parte del SdI.
    Tutti i messaggi provenienti dal SdI contengono un allegato, in formato XML. I dati contenuti sono importanti generalmente solo per i messaggi di errore e di scarto, in quanto contengono le motivazioni relative al rifiuto della fattura. Per leggere un file XML, basta fare doppio click sul suo nome. I messaggi di errore contengono, nelle prime righe, una o più etichette denominate <Errore>, seguite da un testo, in chiaro, che indica l'errore o l'anomalia rilevata.
    Nell'ordine di ricezione, sono possibili questi messaggi:

  • dopo pochi secondi dall'invio, dovrebbe arrivare una ricevuta di consegna, a cura del gestore di posta elettronica Legalmail, che è il gestore del SdI;
  • se l'invio contiene qualche errore formale (codice destinatario non esistente, errore nella firma, incoerenza fra data della fattura, della firma e dell'invio, caratteri non ammessi, ecc.) arriva una "Notifica di scarto", normalmente entro una ventina di minuti dall'invio. Nel file XML è elencato l'errore (o gli errori) che hanno causato lo scarto;
  • se la fattura è invece formalmente valida, entro qualche ora arriva una "Ricevuta di consegna"; questo indica che la fattura è stata consegnata al destinatario;
  • generalmente, il destinatario invia, entro 15 giorni dalla ricezione, una "Notifica di esito". E' necessario verificare, nel testo della mail, se la fattura è stata accettata (è indicato il codice EC01), oppure respinta dal destinatario (codice EC02). In quest'ultimo caso verificare nel file XML il dettaglio relativo all'errore rilevato dal destinatario;
  • se il destinatario non invia una notifica di esito, il SdI dovrebbe inviare, dopo 15 giorni, una "Notifica di decorrenza termini". Questo indica che, non avendo il destinatario rifiutato la fattura, deve intendersi valida e liquidabile;
  • se, entro 48 ore dall'invio, il SdI non riesce a recapitare la fattura al destinatario, invia un messaggio di "mancata consegna". Non è richiesta alcuna azione, in quanto il SdI contatterà direttamente il destinatario, e cercherà di consegnare la fattura nei successivi 8 giorni;
  • se entro 10 giorni dall'invio il SdI non riesce a recapitare la fattura al destinatario invia un messaggio di "avvenuta trasmissione". Questo messaggio vale da ricevuta di trasmissione, ai fini della decorrenza dei termini per il pagamento, ma è compito del mittente contattare il destinatario, e concordare una modalità di trasmissione del file alternativa (una PEC diretta all'ente, una mail normale, ecc.). Si ricorda che comunque non è possibile inviare fatture cartacee: l'unico formato ammesso è quello elettronico.
    Ricordo che in ogni mail inviata dal SdI è indicata la casella a cui inviare le prossime fatture: se viene variata (normalmente questo avviene solo alla ricezione dell'esito della prima fattura) il nuovo indirizzo va indicato nell'apposito campo disponibile nella "Configurazione PEC" che si trova nel menu "Configurazione" della funzione 612, "Invio fatture elettroniche" (se le fatture sono inviate direttamente; se sono inviate tramite un intermediario, è necessario aggiornare il dato relativo, nella voce "Dati intermediario" del menu "File" della videata iniziale di Pixia).
    Anche se non esistono delle linee guida ufficiali per la gestione delle fatture in caso di rifiuto, le procedure generalmente utilizzate, che tengono conto sia degli obblighi derivanti dall'invio elettronico che da quelli fiscali, sono le seguenti:
  • una fattura nuova va sempre emessa con la data di trasmissione;
  • una fattura scartata dal SdI o rifiutata dal destinatario va (modificata e) ritrasmessa con lo stesso numero di documento se: Se questi criteri non sono soddisfatti, e quindi è necessario emettere una nuova fattura, bisogna emettere anche una nota di credito: se la fattura è stata scartata dal SdI è tecnicamente "non emessa", visto che non ha mai raggiunto il destinatario, quindi la nota di credito va emessa, e firmata, per bilanciare contabilmente la registrazione della fattura, ma non va inviata; se invece è stata scartata dal destinatario, va inviata.

    7. Conservazione delle fatture
    Le norme sulla conservazione dei documenti, in precedenza dettate dal DM 23 gennaio 2004, sono adesso regolate dal DM 17 giugno 2014. E' stata prevista la "conservazione" (cioè il salvataggio e l'archiviazione) su supporto ottico (cioè CD o DVD) entro tre mesi successivi all'invio della dichiarazione dei redditi (quindi entro il 31 dicembre dell'anno successivo alla emissione delle fatture); questi archivi devono essere firmati elettronicamente e deve venir apposta una marca temporale. Istruzioni specifiche su questo argomento sono disponibili qui).
    Non sono invece previste regole obbligatorie per l'archiviazione delle fatture nel periodo fra la loro preparazione e invio, e il momento della conservazione su CD. E' quindi compito e responsabilità dell'utente garantire copie di sicurezza dei file relativi alle fatture inviate; è da tener conto, infatti, che visto che i file sono datati al momento della firma digitale, non è possibile riprodurre a posteriori un file identico.

    Le informazioni presenti in questa nota si riferiscono alla versione 0.66.8 e successive

    Paolo Serial
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    (aggiornato al 23/12/2015)